WE ARE FAMILY
Workshop at the Civic Art Museum of Modena, 2014
Once again, after Intrecci d’arte al museo in 2001 and La realtà non è forte by Sabrina Mezzaqui in 2010, the Sala Gandini at the Museo Civico d’Arte in Modena hosts another textile installation which dialogues which the col-lection of textile fragments, donated in 1884 by Count Luigi Alberto Gandini and made up of thousands of samples, including fabrics, lace, embroidery and trimmings. And in this case, the dialogue really is face-to-face, for at the centre of the reflection offered by Marina Gasparini there lies the relationship between textile art and economics, as highlighted by the epigraph painted above one of the entrances to the room, as desired by the collector and donator himself, reading Dall’arte della lana e della seta l’Italia ebbe ricchezza lustro e civiltà (From the art of wool and silk, Italy gained wealth, lustre and civilisation). This is a statement that sums up the very sense of the collection, put together to back up the studies into the history of customs which Gandini was so interested in, but also as an immense repertoire of models for the textile industry which in post-unification Italy we trying to re-launch on an industrial footing. Inside the great 19th-century vitrines, designed by the collector himself, the words of the epigraph are echoed by the sentences spelled out by the artist using thread, the primary building block of textile art, but also a metaphor of the creative activities of man, expressed through reflecting and philosophising, as Francesca Rigotti underlines in her philosophical reading of the artist’s work.
The words feature the economic and philosophical ideas of well-known thinkers, such as Bernardo Davanzati, John Stuart Mill, the couple Marshall and Vandana Shiva, highlighting the close relationship between nature, wealth and the common good. Nature is also the source of the plants from which, traditionally, various yarn dyes were extracted, and Marina Gasparini reproduces these plants using botanical precision with her thread sculptures, set out like a mangrove forest, hanging from the chains across the vault of the room. All all-round critical reading of the installation is then provided by Marco Pierini.
Instead, I would like to focus on the technique deployed by the artist to create these sculptures, designed and created especially for the Sala Gandini. This technique is really rather simple: a yarn capable of creating complex forms, following a design previously drawn onto a support which is then treated so as to become a real sculpture. And it is this relative simplicity which makes it so suitable to a workshop for families. On the occasion of the opening of the exhibition, the idea was therefore to hold a workshop led by Marina Gasparini herself, allowing participants to produce their own floral textile design. The experience that Marina Gasparini will propose in Modena does however have an international dimension to it which should be pointed out, insofar as it was already staged with great success last year in Oulu in Finland, at the Education Department of the Oulu Museum of Art, and shortly after also in Illinois, at the Civic Art Center of Galesburg.
Ancora una volta, dopo Intrecci d’arte al museo nel 2001 e La realtà non è forte di Sabrina Mezzaqui nel 2010, la Sala Gandini del Museo Civico d’Ar-te di Modena ospita un’installazione che dialoga con la collezione di frammenti tessili donata nel 1884 dal conte Luigi Alberto Gandini e composta da migliaia di campioni tra tessuti, merletti, ricami e galloni. E in questo caso il dialogo è davvero serrato perché al centro della riflessione di Marina Gasparini vi è il tema del rapporto tra arte tessile ed economia, evidenziato dall’epigrafe dipinta al di sopra di una delle porte della sala per volontà dello stesso collezionista e donatore, Dall’arte della lana e della seta l’Italia ebbe ricchezza lustro e civiltà. Un’affermazione, questa, che condensa in sé il significato stesso della collezione, formata a supporto degli studi di storia del costume che tanto interessarono Gandini, ma anche come immenso repertorio di modelli per l’industria tessile che nell’Italia post-unitaria si in-tendeva rilanciare su base industriale. Rispetto al testo dell’epigrafe fungono ora da cassa di risonanza, all’interno delle grandi vetrine ottocentesche progettate dal collezionista, le frasi realizzate dall’artista con il filo, elemento primario dell’arte tessile ma anche metafora dell’attività creativa dell’uomo che si esplica nel riflettere e nel filosofare, come evidenzia Francesca Rigotti nella sua lettura filosofica del lavoro dell’artista.
Propongono passaggi del pensiero economico e filosofico tratti da noti pensatori, quali Bernardo Davanzati, John Stuart Mill, i coniugi Marshall e Vandana Shiva mettono in risalto l’intima correlazione tra natura, ricchezza e bene comune. Dalla natura provengono anche le piante dalle quali anticamente venivano estratte diverse tinture per filati, piante che Marina Gasparini ha riprodotto con precisione botanica attraverso vere e proprie sculture in filo che ha poi appeso come una selva di mangrovie fluttuanti alle catene che attraversano la volta della sala. Un’efficace lettura in chiave critica dell’installazione ce la fornisce comunque più avanti Marco Pierini.
Vorrei invece soffermarmi sulla tecnica utilizzata dall’artista per creare queste sculture, appositamente pensate e realizzate per la Sala Gandini, una tecnica in fondo abbastanza semplice: un filato capace di creare forme complesse seguendo un disegno preventivamente tracciato su supporti viene infine appositamente trattato e diventa, appunto, scultura. Proprio questa relativa semplicità la rende adatta all’organizzazione di un workshop rivolto alle famiglie. In occasione dell’inaugurazione della mostra si è quindi pensato di realizzare un laboratorio condotto da Marina Gasparini che consentirà ai partecipanti di realizzare un disegno tessile floreale. L’esperienza che l’artista propone a Modena ha comunque una dimensione internazionale che ci pare importante sottolineare, perché è già stata sperimentata con successo lo scorso anno a Oulu in Finlandia, presso il Dipartimento educativo dell’Oulun Taidemuseo e anche in Illinois, al Civic Art Center di Galensburg.
Si intitola “Il denaro è un bene comune” l’installazione dell’artista Marina Gasparini che inaugura sabato 11 ottobre alle 17, nella sala della collezione tessile Gandini del Museo civico d’arte di Modena in occasione della Giornata del Contemporaneo.
Al centro dell’intervento una riflessione sulla relazione tra arte tessile ed economia ispirata dall’epigrafe collocata nella sala del Museo: “Dall’arte della lana e della seta l’Italia ebbe ricchezza lustro e civiltà”.
L’installazione si compone di una serie di piante realizzate in filo di cotone, fissate alla volta della sala, restituite nel loro aspetto come appaiono miniate nei testi illustrati del Medioevo e del Rinascimento. Da ogni specie si estrae un pigmento e di questo colore si tinge il corrispettivo disegno tessile. Le piante sospese dialogano con i frammenti tessili custoditi all’interno delle vetrine.
L’intervento della Gasparini pone il visitatore di fronte a un processo complesso che parte dall’agricoltura, attraversa tutte le fasi della lavorazione della materia, per giungere alla creazione artistica, al commercio, e infine alla salvaguardia, conoscenza, educazione. Economia, quindi, che è sistema di relazioni, mutuo scambio. Il giardino sospeso ricreato dall’artista evoca anche la presenza dominante del regno vegetale nell’iconografia dell’arte tessile.
L’interesse dell’artista converge sui temi della natura, intesa come elemento iconografico e simbolico centrale nella storia della cultura tessile, e del filo, tecnologia e al contempo metafora della relazione tra individui e istituzioni.
Oltre all’installazione, l’opera “Il denaro è un bene comune” propone all’interno delle vetrine una serie di disegni tessili ricamati che riportano passaggi del pensiero economico e filosofico tratti da Bernardo Davanzati, i coniugi Marshall e Vandana Shiva che evidenziano l’intima correlazione tra natura, ricchezza e bene comune.
Si collega alla mostra il workshop per famiglie “We are family”, in programma il 12 e il 19 ottobre dalle 16 alle 18. Condotto da Marina Gasparini, il laboratorio consentirà ai partecipanti di realizzare un disegno tessile floreale utilizzando la tecnica elaborata dall’artista. Per partecipare ci si deve prenotare a Dida, il laboratorio didattico dei Musei, allo 059 2033121 (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30) oppure via e-mail (laboratorio.didattico.museo@comune.modena.it).
Le iniziative di “Racconti paralleli” sono aperte a tutti e gratuite, come l’ingresso ai Musei civici, dove l’installazione di Marina Gasparini è allestita fino al 6 gennaio 2015. Gli orari di apertura sono da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.